venerdì 17 agosto 2018

Lontano dagli occhi, vicino al cuore

Prima media, quinta elementare, seconda elementare e primo anno d'asilo. 
La prima settimana di scuola é già finita.
Al mattino, dopo quasi dodici anni, resto sola in casa per qualche ora. 
Quasi dodici anni di giornate lunghe, notti lente, eppure gli anni più veloci di sempre.
E al mattino mi ritrovo a pensare, tanto. 
La nostra estate l'avevo vissuta già, immaginandola, come avevo pianificato bene questo nuovo inizio scolastico. Quando mi sorrideva il cuore e pregavo per quel cuoricino sullo schermo, quello che però si è fermato. L'ho trattenuto proprio qui vicino al cuore il più a lungo possibile, dove i pensieri sono diventati pesanti, dolorosi e si sono spostati nella testa e hanno cominciato a farmi ancora più male. Ho dovuto imparare a tirarli fuori per affrontarli.
Si, perché nella testa i pensieri ti sembrano sicuri, imbattibili, ma poi fuori li vedi vacillare.
Ti sembrano dolci a nuotarci in mezzo, ma poi ti rendi conto di quanto siano amari.
Come le onde i pensieri.
Veementi arrivano, cancellano, si ritirano, plasmano.
C'è da imparare a dirigerli, i pensieri, a sceglierli.
Me l'ero immaginata quest'estate, già.  
È stata certo bella, lunga, sorprendente. Diversa però.
Trattenendo i pensieri inchiodati a quel cuoricino che, con gli occhi dell'amore, continuo a vedere nelle foto di famiglia, sulla sabbia, nei nostri sorrisi, sul tappeto, nei vestitini delle vetrine ...
Fino a convincermi di non poter vivere così appesantita. Barcollando. Vacillando.
Lo lascio andare. Non lontano dal cuore, non lontano dai pensieri, solo dagli occhi che così intorpiditi non riescono a vedere altro. Lo lascio altrove, al sicuro.
E una nuova pace mi sta insegnando a permettere che Dio mi sostenga il mio cuore e custodisca i pensieri.





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