venerdì 30 ottobre 2015

Dal menu alla spesa (una tabella da stampare e poche istruzioni!)

Tutti i giorni o solo una volta la settimana? Di venerdì, sabato o lunedì dopo lo svuotamento domenicale del frigorifero? Con i bambini, in compagnia o da soli perché diventa addirittura uno svago cui non poter rinunciare? Sei ricercatore/trice seriale di offerte imperdibili? Accumulatore/trice di scorte annuali di carta igienica? Leggi scrupolosamente gli ingredienti e relativa provenienza oppure vedi, prendi e lanci nel carrello? Quanto ti piace fare la spesa?

Il mio modo di fare la spesa è cambiato negli anni. Da quando sono moglie e mamma di quattro bambini le esigenze famigliari richiedono efficienza.  
Che cosa vorresti mangiare stasera?... Non so cosa preparare domani!... E ma se vogliamo la pizza ci tocca andare a prendere le mozzarelle!...
Finché mio marito non mi ha suggerito di cominciare a usare una tabella per il menu settimanale. Ero perplessa, ma tra allattamento, svezzamento, le faccende, gli appuntamenti, le passeggiate con i bambini, avevo la necessità di non farmi trovare impreparata nella gestione dei pasti.

Ecco allora la mia tabella del menu settimanale. Dal sabato al 
venerdì, giorno in cui solitamente vado al supermercato. 


Print it! Italiano qui! Deutsch hier! Enjoy it!

Per me pianificare un menu significa fare la spesa in modo mirato e ha diversi vantaggi. 

Risparmio tempo due volte, a casa per la scelta giornaliera del menu e al supermercato nella scelta dei prodotti. Risparmio denaro limitando gli acquisti agli ingredienti di cui ho realmente bisogno. Riesco ad avere un quadro generale, nutrizionalmente vario e adatto ai nostri gusti. Oltretutto in caso di ospiti o inviti inaspettati, tutti i prodotti acquistati possono essere reinventati e riutilizzati per nuovi menu, di conseguenza niente sprechi.



     Facciamo la spesa!
  1. Scrivi il tuo menu settimanale. Cerca ricette che vorresti preparare, consulta gli sconti del supermercato, pianifica un menu il più vario e sano possibile. Senza dimenticare compleanni, cene speciali, esplicite richieste famigliari, pranzi al sacco (ad esempio per le gite dei bambini).
  2. Scrivi la lista della spesa, scorrendo il menu pasto dopo pasto. Ricorda i prodotti per la casa e gli ingredienti base che non possono mancare nella tua cucina.
    NOTA riguardante la lista: oltre agli appunti scritti a mano mi piace usare un app sul cellulare, sincronizzata con quello di mio marito. 
    In questo modo possiamo aggiungere o eliminare delle voci e quando farà lui la spesa avrà già la lista con sé.
  3. Preparati per andare al supermercato. Tieni pronte le borse per la spesa, controlla di avere nella tua borsa il portafoglio.
    NOTA per le mamme con bambini ancora molto piccoli, prepara anche pane/carote/mele, evita panini morbidi/caramelle/succhi di frutta che oltre a essere appiccicaticci finiscono anche troppo in fretta.
  4. Fai la spesa decisa e convinta. Spunta via via le voci dalla tua lista concedendoti solo qualche piccola distrazione per le offerte speciali.
    NOTA per le mamme con bambini: prendi il carrello, prendi le borse, tira fuori i bambini dai sediolini dell'auto. In questo preciso ordine prima dell’ingresso al supermercato. Fai la spesa, paga, metti i bambini nei sediolini, lascia le borse della spesa in auto, metti il carrello al suo posto. In questo preciso ordine prima di uscire dal supermercato.
  5. Riponi tutto nel frigorifero, ogni cosa al proprio posto nella dispensa. Approfittane per fare un po’ d’ordine sugli scaffali e passare velocemente un panno umido sui ripiani.
Da oggi fare la spesa ti piacerà ogni settimana un po’ di più! Comincia subito stampando la mia tabella per il tuo menuE se ti fa piacere, non dimenticare di taggare le tue foto #coffee4momblog



domenica 18 ottobre 2015

Che cosa desidero per i miei figli?

Autunno.
Due settimane di scuole chiuse, senza appuntamenti e sveglie e compiti. Due settimane di giornate da completare come favole da inventare. Impariamo a coccolarci e circondarci di quello che ci piace, tipo quell'oretta di pigiama al mattino dopo la colazione. Prepariamo torte, mangiamo ciambelle, riceviamo visite. Uno si dedica alla sua attività del momento, colorare. Due guardano video: play, pause e sferruzzano, play, pause e sono più brave di me. Insieme costruiscono con i mattoncini, stampano e ritagliano, usano le biciclette, il monopattino, giocano a calcio. E poi c’è l'altra che osserva tutti e impara tutto troppo in fretta.
Le temperature scendono rapidamente e i litigi delle ore annoiate sembrano più gravi dentro casa, piuttosto che in giro a passeggiare. Quindi tra i campi a lasciarsi intenerire dai coniglietti, evitare di farsi beccare dalle galline, porgere fili d’erba alle caprette, sorprendersi per l’eleganza dei cavalli, imitare il quack quack delle paperelle e il muu delle mucche.
Ne avevamo bisogno, tutti.  
Intorno alle 10 tutti i bambini si riverseranno sulla piazza, i loro schiamazzi interromperanno il silenzio della tranquilla vita di paese e il bello, bellissimo, è che non occorrono recinzioni per lasciarli giocare in sicurezza. Sarà emozionante accogliere il piccolo che tornerà dall’asilo orgoglioso di aver attraversato le strisce.
Le maestre organizzeranno giornate all’aperto, escursioni nei boschi. Le bimbe vorranno indossare scarpe eleganti un giorno e dovranno aiutare a pulire gli scarponi da montagna un altro. Saremo sommersi di nuovi fogli informativi, appuntamenti e date da ricordare. Avrò voglia di spronarle all'ordine, a prendere sul serio il tempo per la lettura. Mi ricorderò che le maestre ci hanno abbondantemente spiegato quanto sia importante la qualità dei compiti svolti e non la quantità. Per la prima presentazione davanti alla classe occorreva scegliere un mestiere, scoprirlo, conoscerlo, intervistare un famigliare o conoscente che lo svolgesse, è piaciuto a tutti. Abbiamo cominciato a studiare la storia quest’anno, in quarta. La storia del paesino in cui viviamo. Di una geniale semplicità, penso. Non l’uomo delle caverne, e tutte quell'età troppo lontane che mi costringevano a sfogliare il libro di storia al contrario per sentirlo vicino. 
Ci sono momenti che posso immaginarli tutt’e quattro adulti, tutti attorno al tavolo da pranzo. Come quelle scene dei film, quando il pranzo procede tra gesti e duelli di piatti, le orecchie non sentono più, gli occhi vedono a rallentatore e la mente fantastica.
Cosa dovrebbero studiare? Quale attitudine dobbiamo incoraggiare? Da quali attività distoglierli, a quali avvicinarli? Quali capacità coltivare? Sono convinta, non m'importa se scienziati, operai, insegnanti, sportivi, dottori, impiegati. Che siano persone di cuore, che temano Dio, che svolgano il loro lavoro in coscienza, con gratitudine. E che lo facciano bene, qualunque esso sia.
Chi è stato bambino, più facilmente diventerà adulto. (cit)

Essere bambini vuol dire essere spensierati, spontanei. Riuscire a ridere quando si vuole ridere e piangere quando si vuole piangere. Giocare. Avere la possibilità di sbagliare e essere perdonati, cadere e ricevere aiuto per rialzarsi. Avere il coraggio, la libertà di confessare un errore e ricevere una carezza in cambio.
Essere bambini significa molto altro, spesso. Bambini con gli stessi bisogni dei miei, con le loro stesse attese, con la stessa bellezza e potenzialità, che ricevono ben poco o peggio sono costretti a dare molto. 
Mi piace vivere in un piccolo paesino, in una piccola vallata circondata da alte montagne. Io tra le mucche e l’assenza di grandi centri commerciali vedo molti pregi. Per esempio la possibilità di essere bambini, conoscere la natura. In una collettività che non solo presta attenzione ai loro bisogni, ma che li educa a una conoscenza consapevole di quanto li circonda e gli servirà domani.  
Che cosa desidero per i miei figli? Ho l’impressione che sia una domanda incompleta.
Che cosa desiderano i miei figli? Un interrogativo che mi sprona a conoscerli bene, che mi aiuta ad amarli meglio. 

venerdì 9 ottobre 2015

Le ciambelle con lo zucchero





Dolce o salato? Preferisco di gran lunga il gusto salato al dolce.
Ma ci sono due, tre cosucce dolci che amo! 
Le ciambelle, i croissant e le cheesecake.
Anche se, a pensarci bene, la cannella e le mele mi stanno piacendo tanto 
che potrei presto aggiungere anche l'Apple Pie alla lista!

Oggi vi presento le mie ciambelline ricoperte di zucchero.
La mia mamma faceva quelle con le patate nell'impasto, 
me ne faceva tantissime... qualche volta me le prepara ancora!
Nelle mie non ci sono patate, ma sono altrettanto morbide e 
i miei 4 bambini ne sono golosi, almeno quanto me!

La ricetta originale si trova su misya.info, una ricetta affidabile, che preferisco ad altre provate perchè non necessita della doppia lievitazione (molto importante per me poter preparare l'impasto, creare le ciambelle e avere due ore libere per uscire e/o sbrigare altri lavori nel frattempo) e perchè è nella versione Bimby, che mi aiuta a preparare colazioni e merende e dessert tutti i giorni, e che in realtà comincia a starmi un po' stretto nella preparazione degli impasti, dovendo ogni volta pesare gli ingredienti due volte per raggiungere il chilo di farina...


RICETTA

500 g di farina (io ho usato farina di spelta)
35 g di zucchero
50 g di burro
2 uova
150 ml di acqua
7 g di lievito secco
un rotolino di scorza di limone
un pizzico di sale


Acqua, lievito, un pizzico di zucchero e buccia di limone grattugiata 15 sec vel2
Uova, zucchero, burro, vanillina, farina e sale 30 sec vel.6 e 2 min a vel. spiga
Stendere l’impasto e fargli raggiungere uno spessore di mezzo centimetro.
Con una tazza formare il cerchio della ciambella e con un tappo piccolo il foro al centro.
Sistemare le ciambelle su una superficie infarinata, coprirle e lasciarle lievitare per 2 ore.
Friggere le ciambelle in abbondante olio caldo (io uso la friggitrice).
Lasciare riposare le ciambelle su carta assorbente, passarle poi nello zucchero e servirle.







... e infatti! Proprio perchè ne ho preparate solo mezzo chilo, 
le mie belle ciambelle sono finite nel giro di qualche ora. 
Le ultime due le ho conservate, riscaldate (padella calda 30sec per lato), 
zuccherate, fotografate e mangiate!





Aggiornamento: 15 febbraio 2016

La settimana scorsa volevo preparare le ciambelle con lo zucchero. Avevo appena messo via la friggitrice e pulito la cucina uffi... non avevo proprio voglia di risporcare e ripulire tutto. Allora ho riutilizzato una ricetta per le ciambelline, sempre senza patate, da preparare al forno! che piacciono comunque a tutti!!
Le dosi stavolta sono per un chilo di farina! Ho potuto acquistare -grazie a Dio e a mio marito :) un'impastatrice planetaria e la mia vita in cucina è decisamente migliorata per gli impasti!! Questa ricetta necessita della doppia lievitazione a differenza della precedente.
La ricetta originale qui.


RICETTA: Ciambelle con lo zucchero al forno

470 ml di latte (io uso quello di soia)
100g di zucchero semolato (io uso quello di canna)
1 bustina di zucchero vanigliato
2 uova
1 kg di farina 00 (io uso quella semibianca)
2 bustine da 7g di lievito secco
200 g di burro morbido
un pizzico abbondante di sale

Mescolare uova, zucchero, zucchero vanigliato, latte e sale.
Unire il lievito e metà della farina e iniziare ad impastare.
Aggiungere il burro morbido un po’ per volta a pezzetti piccoli, continuando a impastare.
Aggiungere il resto della farina fino ad ottenere un impasto liscio e elastico.
Lasciar lievitare per un'ora.

Stendere l’impasto e fargli raggiungere uno spessore di un centimetro (o poco meno). Con una tazza formare il cerchio della ciambella e con un tappo piccolo il foro al centro. 
Sistemare le ciambelle direttamente nelle teglie con carta da forno e lasciarle lievitare per un'altra ora almeno (più lievitano piu diventano cicciotte!)
Scaldare il forno a 180°C e cuocere le ciambelle per circa 20 minuti.
Spennellare le ciambelline con un pochino d'acqua (o burro fuso) e passarle nello zucchero per servirle. Oppure cospargerle di zucchero a velo.

Ecco, se non voglio o non posso friggere, queste ciambelle al forno sono perfette! Davvero ottime, morbide e golose! Spero ti piacciano.
(Anche queste ciambelle possono essere riscaldate in padella per essere servite calde in un secondo momento)