domenica 18 ottobre 2015

Che cosa desidero per i miei figli?

Autunno.
Due settimane di scuole chiuse, senza appuntamenti e sveglie e compiti. Due settimane di giornate da completare come favole da inventare. Impariamo a coccolarci e circondarci di quello che ci piace, tipo quell'oretta di pigiama al mattino dopo la colazione. Prepariamo torte, mangiamo ciambelle, riceviamo visite. Uno si dedica alla sua attività del momento, colorare. Due guardano video: play, pause e sferruzzano, play, pause e sono più brave di me. Insieme costruiscono con i mattoncini, stampano e ritagliano, usano le biciclette, il monopattino, giocano a calcio. E poi c’è l'altra che osserva tutti e impara tutto troppo in fretta.
Le temperature scendono rapidamente e i litigi delle ore annoiate sembrano più gravi dentro casa, piuttosto che in giro a passeggiare. Quindi tra i campi a lasciarsi intenerire dai coniglietti, evitare di farsi beccare dalle galline, porgere fili d’erba alle caprette, sorprendersi per l’eleganza dei cavalli, imitare il quack quack delle paperelle e il muu delle mucche.
Ne avevamo bisogno, tutti.  
Intorno alle 10 tutti i bambini si riverseranno sulla piazza, i loro schiamazzi interromperanno il silenzio della tranquilla vita di paese e il bello, bellissimo, è che non occorrono recinzioni per lasciarli giocare in sicurezza. Sarà emozionante accogliere il piccolo che tornerà dall’asilo orgoglioso di aver attraversato le strisce.
Le maestre organizzeranno giornate all’aperto, escursioni nei boschi. Le bimbe vorranno indossare scarpe eleganti un giorno e dovranno aiutare a pulire gli scarponi da montagna un altro. Saremo sommersi di nuovi fogli informativi, appuntamenti e date da ricordare. Avrò voglia di spronarle all'ordine, a prendere sul serio il tempo per la lettura. Mi ricorderò che le maestre ci hanno abbondantemente spiegato quanto sia importante la qualità dei compiti svolti e non la quantità. Per la prima presentazione davanti alla classe occorreva scegliere un mestiere, scoprirlo, conoscerlo, intervistare un famigliare o conoscente che lo svolgesse, è piaciuto a tutti. Abbiamo cominciato a studiare la storia quest’anno, in quarta. La storia del paesino in cui viviamo. Di una geniale semplicità, penso. Non l’uomo delle caverne, e tutte quell'età troppo lontane che mi costringevano a sfogliare il libro di storia al contrario per sentirlo vicino. 
Ci sono momenti che posso immaginarli tutt’e quattro adulti, tutti attorno al tavolo da pranzo. Come quelle scene dei film, quando il pranzo procede tra gesti e duelli di piatti, le orecchie non sentono più, gli occhi vedono a rallentatore e la mente fantastica.
Cosa dovrebbero studiare? Quale attitudine dobbiamo incoraggiare? Da quali attività distoglierli, a quali avvicinarli? Quali capacità coltivare? Sono convinta, non m'importa se scienziati, operai, insegnanti, sportivi, dottori, impiegati. Che siano persone di cuore, che temano Dio, che svolgano il loro lavoro in coscienza, con gratitudine. E che lo facciano bene, qualunque esso sia.
Chi è stato bambino, più facilmente diventerà adulto. (cit)

Essere bambini vuol dire essere spensierati, spontanei. Riuscire a ridere quando si vuole ridere e piangere quando si vuole piangere. Giocare. Avere la possibilità di sbagliare e essere perdonati, cadere e ricevere aiuto per rialzarsi. Avere il coraggio, la libertà di confessare un errore e ricevere una carezza in cambio.
Essere bambini significa molto altro, spesso. Bambini con gli stessi bisogni dei miei, con le loro stesse attese, con la stessa bellezza e potenzialità, che ricevono ben poco o peggio sono costretti a dare molto. 
Mi piace vivere in un piccolo paesino, in una piccola vallata circondata da alte montagne. Io tra le mucche e l’assenza di grandi centri commerciali vedo molti pregi. Per esempio la possibilità di essere bambini, conoscere la natura. In una collettività che non solo presta attenzione ai loro bisogni, ma che li educa a una conoscenza consapevole di quanto li circonda e gli servirà domani.  
Che cosa desidero per i miei figli? Ho l’impressione che sia una domanda incompleta.
Che cosa desiderano i miei figli? Un interrogativo che mi sprona a conoscerli bene, che mi aiuta ad amarli meglio. 

2 commenti:

yase ha detto...

Da habe ich nicht alles verstanden - und der Übersetzer gibt mir kein Deutsch an?
Herbstferien sind eine Herausforderung!
Herzlichst
yase

Angela ha detto...

...und gleichzeitig zu geniessen! :)
Deutsch/Tedesco, ich finde es.
Ich wünsche dir einen schönen Tag, Angela