Autunno.
Due settimane di scuole chiuse,
senza appuntamenti e sveglie e compiti. Due settimane di giornate da completare
come favole da inventare. Impariamo a coccolarci e circondarci di quello che ci
piace, tipo quell'oretta di pigiama al mattino dopo la colazione. Prepariamo
torte, mangiamo ciambelle, riceviamo visite. Uno si dedica alla sua attività del
momento, colorare. Due guardano video: play, pause e sferruzzano,
play, pause e sono più brave di me. Insieme costruiscono con i mattoncini,
stampano e ritagliano, usano le biciclette, il monopattino, giocano a calcio. E
poi c’è l'altra che osserva tutti e impara tutto troppo in fretta.
Le temperature scendono rapidamente
e i litigi delle ore annoiate sembrano più gravi dentro casa, piuttosto
che in giro a passeggiare. Quindi tra i campi a lasciarsi intenerire dai
coniglietti, evitare di farsi beccare dalle galline, porgere fili d’erba alle
caprette, sorprendersi per l’eleganza dei cavalli, imitare il quack quack delle
paperelle e il muu delle mucche.
Ne avevamo bisogno, tutti.
Intorno alle 10 tutti i bambini si
riverseranno sulla piazza, i loro schiamazzi interromperanno il silenzio della
tranquilla vita di paese e il bello, bellissimo, è che non occorrono recinzioni
per lasciarli giocare in sicurezza. Sarà emozionante accogliere il piccolo che
tornerà dall’asilo orgoglioso di aver attraversato le strisce.
Le maestre organizzeranno giornate
all’aperto, escursioni nei boschi. Le bimbe vorranno indossare scarpe eleganti
un giorno e dovranno aiutare a pulire gli scarponi da montagna un altro. Saremo
sommersi di nuovi fogli informativi, appuntamenti e date da ricordare. Avrò
voglia di spronarle all'ordine, a prendere sul serio il tempo per la lettura. Mi ricorderò che le maestre ci hanno abbondantemente
spiegato quanto sia importante la qualità dei compiti svolti e non la quantità.
Per la prima presentazione davanti alla classe occorreva scegliere un mestiere,
scoprirlo, conoscerlo, intervistare un famigliare o conoscente che lo
svolgesse, è piaciuto a tutti. Abbiamo cominciato a studiare la storia quest’anno,
in quarta. La storia del paesino in cui viviamo. Di una geniale semplicità,
penso. Non l’uomo delle caverne, e tutte quell'età troppo lontane che mi
costringevano a sfogliare il libro di storia al contrario per sentirlo vicino.
Ci sono momenti che posso immaginarli
tutt’e quattro adulti, tutti attorno al tavolo da pranzo. Come quelle scene dei
film, quando il pranzo procede tra gesti e duelli di piatti, le orecchie
non sentono più, gli occhi vedono a rallentatore e la mente fantastica.
Cosa dovrebbero studiare? Quale
attitudine dobbiamo incoraggiare? Da quali attività distoglierli, a quali
avvicinarli? Quali capacità coltivare? Sono convinta, non m'importa se
scienziati, operai, insegnanti, sportivi, dottori, impiegati. Che siano persone
di cuore, che temano Dio, che svolgano il loro lavoro in coscienza, con gratitudine.
E che lo facciano bene, qualunque esso sia.
Chi è stato bambino, più facilmente
diventerà adulto. (cit)
Essere bambini vuol dire essere
spensierati, spontanei. Riuscire a ridere quando si vuole ridere e piangere
quando si vuole piangere. Giocare. Avere la possibilità di sbagliare e essere
perdonati, cadere e ricevere aiuto per rialzarsi. Avere il coraggio, la libertà
di confessare un errore e ricevere una carezza in cambio.
Essere bambini significa molto
altro, spesso. Bambini con gli stessi bisogni dei miei, con le loro stesse attese,
con la stessa bellezza e potenzialità, che ricevono ben poco o peggio sono
costretti a dare molto.
Mi piace vivere in un piccolo
paesino, in una piccola vallata circondata da alte montagne. Io tra le mucche e
l’assenza di grandi centri commerciali vedo molti pregi. Per esempio la possibilità di essere bambini, conoscere la natura. In
una collettività che non solo presta attenzione ai loro bisogni, ma che li educa a
una conoscenza consapevole di quanto li circonda e gli servirà domani.
Che cosa desidero per i miei figli?
Ho l’impressione che sia una domanda incompleta.
Che cosa desiderano i miei figli?
Un interrogativo che mi sprona a conoscerli bene, che mi aiuta ad amarli meglio.
2 commenti:
Da habe ich nicht alles verstanden - und der Übersetzer gibt mir kein Deutsch an?
Herbstferien sind eine Herausforderung!
Herzlichst
yase
...und gleichzeitig zu geniessen! :)
Deutsch/Tedesco, ich finde es.
Ich wünsche dir einen schönen Tag, Angela
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