domenica 27 marzo 2016

È risorto!

La mia fede sarebbe vana,
La mia speranza sarebbe infondata,
Il mio vivere sarebbe insensato,
La mia gioia sarebbe effimera,
La mia forza mancherebbe.

Ma GESÙ È RISORTO e
La mia fede è viva,
La mia speranza è certa,
Il mio vivere ha un senso,
La mia gioia è eterna
La mia forza viene dal Signore.

"Gesù le disse: Io sono la resurrezione e la vita, chiunque crede in me anche se dovesse morire, vivrà. E chiunque vive e crede in me, non morrà mai in eterno. Credi tu questo?"
La Bibbia, Giovanni 11:25




giovedì 24 marzo 2016

Jesus ist...


Lo scorso 14 marzo sono stati distrubuiti in diverse città svizzere dei cartelloni colorati con la scritta "Gesù è...", e ogni passante può scrivere la sua personale risposta nello spazio in bianco sotto.
A pochi giorni dal festeggiare la Pasqua ha un certo valore chiedersi cosa rappresenti nelle nostre vite il Figlio di Dio risorto.
Così, ieri pomeriggio ho messo un pennarello in borsa e sono andata alla stazione per scrivere quello che GESÙ È per me: PACE. Ho scelto il termine PACE perché in una giornata come quella di ieri, dopo le notizie di Bruxelles, ho pensato potesse essere particolarmente appropriato, e perché lo è per me. Anche Gemma voleva scrivere qualcosa allora abbiamo aggiunto un paio di cuoricini.

"Gesù è..."
... Scrivi la tua risposta nei commenti! e clicca sull'immagine per leggere cosa hanno già scritto altri lettori della pagina fb di #coffee4mom

Buona giornata!

sabato 19 marzo 2016

A mio padre

Mi sono sentita amata.
Mi sono sentita compresa.
Ho imparato il rispetto grazie a te.

Ho imparato il significato di "studia, non si ottiene niente senza sacrificio".
Raccoglievamo ciliege, susine, pesche, uva. Se chiudo gli occhi sento l'odore della terra appena arata. Mi hai insegnato a guidare, a usare il cacciavite, il pennello, lo scalpello e il trapano.

Mi hai insegnato a cavarmela da sola, da donna.

Mi seguivi nei camerini e sopportavi i miei "come sto?"
Mi accompagnavi a lezione, alla fermata del bus, da nonno, alla stazione.

Mi hai fatto ascoltare musica, mi hai fatto sedere su uno sgabello di fronte a 88 tasti bianchi e neri, e me li hai fatti amare.

Mi hai presentato Gesù , mi hai fatto conoscere l'amore di Dio e incoraggiato a curare la mia relazione con Lui.

Sei marito prima che padre e ti ho osservato, sapevo cosa cercare nell'uomo che avrei sposato.

Grazie Papà.



martedì 15 marzo 2016

con amore


L'aria di primavera. Di finestre aperte e grandi pulizie, in casa come nei pensieri.
Devo fare ordine. Smettere di trattenere il respiro. A voce alta.
Rimettere le cose in ordine qui dentro, nella testa. 
Fare le cose per bene anche fuori da qui dentro, nel cuore. 
Non per necessità, non per dovere, non per dimostrare, non per forza, non per inerzia, non per abitudine.
Tutto con amore. Per amore. Fare le cose con amore.
E per prima cosa farne il pieno.

mercoledì 9 marzo 2016

books4mom - October Baby

Facciamo due chiacchiere? Posso offrirti un caffè? Lungo o corto? Eccolo, quanto zucchero? Tutto bene quindi, mi fa piacere, grazie a Dio. Che freddo eh, non vedo l'ora che arrivino le belle giornate. Ah guarda, questo è un libro che ho appena finito di leggere, sai parla di...



Potrebbe nascere proprio così, nella mia cucina, una qualsiasi conversazione davanti a un caffè, o un tè, o una spremuta.

A te piace leggere? Io ho ripreso da poco. Per molto tempo l'ultimo libro letto è stato "L'allattamento materno". Ecco.

Scrivevo tempo fa di quanto fosse difficile riuscire a riposare con i bambini piccoli e di quanto quel riposo di cui godevo fosse per lo più spirituale -Se qualcosa è importante per me, è importante anche per Dio- questa certezza continua a essere la principale risposta al mio desiderio di comodità.

Ma i bambini crescono in fretta e pian piano torno ad avere la possibilità di mettermi comoda sul serio, quindi mentre giocano, o mentre dormono, posso anche sedermi a leggere qualche pagina senza rubare tempo prezioso al mio sonno.

Ogni libro mi lascia qualcosa, mi arricchisce e ho sempre tanto da raccontare (di solito mio marito è un facile, paziente bersaglio :). Come quando al ritorno da una gita scolastica non smettevo di descrivere ogni cosa vista e fatta, come faccio ancora dopo una vacanza o una gita o un convegno.

Mi fa piacere condividere anche con te le mie letture e spero siano nuove occasioni per riflettere insieme. Se hai già letto il libro che sto per presentarti o vuoi consigliarmene uno, scrivimi pure e condividi le tue letture per email o nei commenti qui sotto, ne sarei felice. 




OCTOBER BABY
La storia di una studentessa universitaria, Hannah, che scopre le sorprendenti circostante della sua nascita, tra malesseri e stati d'ansia. Il libro affronta con questa storia il tema dell'aborto e le difficoltà contro cui combattono le persone sopravvisute a tentativi di aborto. Un viaggio avventuroso, la fede e l'amore porteranno Hannah a scoprire che ogni vita è stupenda, anche la sua.
CLC Edizioni
Gli autori: Eric Wilson, autore di best seller tra i quali "Affrontando i giganti" e "Fireproof"; Theresa Preston, coautrice della sceneggiatura del film "October Baby".
Un romanzo dalla scrittura piacevole che, a mio parere, evidenzia il lavoro di traduzione senza disturbare particolarmente la lettura.

Alcuni passaggi del libro che vorrei condividere con te.

  • Il dramma di essere sopravvisuta a un tentativo di aborto.
    Un'emozione che frena le parole. Una realtà che mi restringe il petto. 
"In quel caso, si rese conto Hannah, lei era peggio di una gravidanza non pianificata. Era una figlia indesiderata. Nessuno voleva che ci fosse. Una parte di lei aveva sperato che la sua sopravvivenza fosse stata dovuta a un cambiamento di opinione dell'ultimo secondo da parte della sua madre naturale. Ma quella speranza si era infranta e lei si trovò a trattenere un'ondata di emozioni. Si sentiva come un attore non adatto al ruolo su un palcoscenico di Broadway, che non aveva idea di come rispondere a questa scena e agli altri attori. Con la pelle che pizzicava e le labbra intorpidite, stava seduta rigida sulla sedia di legno del tavolo da pranzo.
  • La madre naturale che vive con dolore la necessità di un perdono dal passato.
"Perdono?
Chi era lei per meritare una cosa del genere?
Chiuse con forza la porta dell'ufficio e rilesse le parole.
Il singhiozzo iniziò nel profondo dell'addome, giù dove tutto questo era iniziato e dove si nascondevano ancora le ferite. Cindy ripensò ad Hannah sul marciapiede là fuori, che osservava la Mercedes allontanarsi. Pensò a Lily che salutava... Cindy asciugò una lacrima dalla guancia e si tenne la bocca con la mano, tentando di tenerla insieme. Ma il messaggio sul foglio era impossibile da ignorare.
Le lacrime le scorrevano sul viso e i singhiozzi le scuotevano il petto e le spalle. Si appoggiò con la schiena contro la porta di legno massiccio e pianse. Vent'anni di vergogna e rimorsi erano affiorati alla superficie,tutte quelle ferite che aveva sepolto.
Le ginocchia cedettero e scivolò sulla moquette. Boccheggiava per riuscire a respirare. La gola si serrò e non sarebbe quasi riuscita a emettere suoni. Afferrò il foglio di carta e lo strinse al petto, premendo quelle parole nella sua pelle.
  • Il rapporto tra Hannah e i suoi genitori, la gioia di sentirsi amati. Da mamma, ho potuto comprendere appieno i meccanismi famigliari descritti e vissuti dai protagonisti.
"Hanna si girò di nuovo verso i genitori.
La mamma sorrideva con coraggio, signorile come sempre e papà fece un passo avanti. Hanna corse verso di lui, proprio come se fosse tornata bambina, con il cuore pieno, palpitante e vivo. Si gettò tra le sue braccia e si avvinghiò a lui.
Quando alla fine si distaccarono, lei lo guardò negli occhi. 
-Grazie. 
-Per che cosa? 
-Per avermi voluta.
Lui strinse le labbra. Gli occhi gli si velarono e guardò da un'altra parte. -Okay. Lei gli diede un colpetto sul petto.
-Devi andare, disse lui.
Lei tornò verso Jason e insieme camminarono verso il sole, tenendosi per mano."
  • I ringraziamenti dell'autrice al marito, appena alla fine della storia. Conosco questi sentimenti e mi rivedo nelle sue parole. 
"A Stephan - il mio stupefacente marito, il mio vero amore e il mio migliore amico. Grazie per aver permesso di raccontare alle tue pazienti orecchie le storie della mia mente. anche quando le mie idee sono pazze oppure le tiro fuori in strani momenti... come quando stiamo guardando la tv. La tua volontà di camminare mano nella mano con me nel mio universo inventato significa davvero tanto per me.



October Baby mi ha donato una maggiore consapevolezza dei sentimenti umani, una diversa prospettiva nel guardare alle scelte del mio prossimo e la gratitudine per l'amore che Dio prova verso ogni vita. Un libro che in pochi giorni ha catturato tutta la mia attenzione, certamente uno di quei libri che un po' cambiano la vita.

Grazie per aver letto con me.

martedì 1 marzo 2016

Voglio vedere miracoli

Durante tutto il giorno ho occasione di dare consigli e impartire ordini ai miei bambini.
E lo faccio convinta che sia per il loro bene.

Se delle volte ti fanno solo prendere un grande spavento, perché una si arrampica là dove non avresti immaginato o uno scivola giù dallo scivolo con i piedi all’insù, altre volte il loro rifiuto alle mie “regole” va dritto al cuore, mi mette completamente in discussione e altre volte ancora devo fare un passo indietro, chiedere scusa perché non avevo riflettuto abbastanza.

Provo a rendergli la vita meno pericolosa possibile, a ognuno in base alla propria età e capacità. Un arduo lavoro, insomma. Che devo difendere, soprattutto da una società che insiste e si impone. Davvero non è indispensabile la figura materna? Davvero non è indispensabile che una donna diventi madre? Solo per sentirsi emancipata? Chi insegnerà la vita alle giovani donne?

L'altro giorno in chiesa la predicazione ci ha ricordato di esclamare forte quanto grande è la bontà del nostro Dio. E mi sono ricordata di quella volta che abbiamo partecipato a un convegno missionario e abbiamo avuto occasione di ascoltare storie, vere, di uomini e donne che hanno preso sul serio il proprio ruolo di figli di Dio. Nonostante gli fosse vietato farlo. Hanno continuato a pregare, a parlare, a cantare, a vivere per il proprio Dio e hanno visto miracoli. Vite salvate, vite guarite, gioia, pace, serenità, piccole vittorie quotidiane e la presenza costante di un Dio d’amore che non ha eguali. Per la fede.


E penso alla mia vita di figlia, quella di figlia di Dio. Mi fido abbastanza? Leggo le sue indicazioni, ascolto le sue parole, eppure in certi casi mi sembra di non vivere appieno. Sono sua figlia, eppure dimentico troppo facilmente di esserlo.

Desidero che i miei figli si fidino di me, e desidero essere una figlia che si fida di suo Padre.
“Mettetemi alla prova… !” (Malachia 3:10, nel Vecchio Testamento, nella Bibbia) dice Dio.

Con estrema comodità, dimentico quanto di buono ho già ricevuto, e quanto di bello ho già vissuto.  Ascoltare e leggere non basta. Occorre che m’impegni, in preghiera e in adorazione, perché la mia vita dia gloria a Lui. Che chieda, supplicando e ringraziando, perché il suo lavoro sia visibile in me. Che ubbidisca, in fiducia e sottomissione, perché Lui operi per il mio bene.

I nostri bambini amano fare lavoretti di ogni genere e nonostante sappiano ormai usare con disinvoltura forbici, matite colorate, colla e spillatrice, fili e paste, se non riescono nell’intento di realizzare il progetto cosi come l’avevano ideato, vengono a chiederci aiuto. Anche un piccolissimo gesto da parte nostra, trasforma la loro insoddisfazione in gioia. Hanno una fantasia che intimidisce.

E allora voglio imitare i miei figli, voglio mettere alla prova il mio Dio, per credere e forse ricredere.

La mia vita, ogni giorno, la possibilità di sperimentare la Sua bontà.


Voglio fidarmi, perché anch’io voglio vedere miracoli.